Lo stalking è un insieme di comportamenti persecutori che un soggetto (lo stalker) rivolge a un'altra persona (la vittima), al fine di infonderle paura e ansia, compromettendo la sua vita quotidiana.
L'art. 612-bis del Codice Penale, rubricato "atti persecutori", punisce questo reato con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi. La pena aumenta se il fatto viene commesso dal coniuge, da una persona che è stata legata da una relazione affettiva alla persona offesa, o se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici. Inoltre, la pena aumenta fino alla metà se il reato viene commesso contro un minore, una donna in stato di gravidanza o una persona con disabilità, o se viene commesso con armi o da una persona travisata. Il reato di atti persecutori può essere perseguito solo su querela della persona offesa, ma la querela può essere revocata solo davanti al giudice se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate.
L'articolo 572 del Codice Penale italiano punisce chiunque, al di fuori dei casi indicati nell'articolo 571, maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una professione o di un'arte.
Il reato di maltrattamenti in famiglia è un reato abituale a condotta plurima, in quanto per la sua consumazione è richiesta una reiterazione nel tempo di condotte omogenee. Il legislatore italiano ha modificato l'articolo 572 del Codice Penale nell'ottobre del 2012, con l'intenzione di perseguire più duramente le condotte di maltrattamento in famiglia che destano un notevole allarme sociale, considerato il contesto all'interno del quale si generano e la posizione di debolezza della vittima.
Il "revenge porn" è la pratica di diffondere materiale sessualmente connotato di qualcuno, spesso l'ex partner, per vendicarsi di lui/lei. La legge italiana del 2019, anche nota come "Codice Rosso", ha introdotto una nuova fattispecie penale che punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Questa pratica è diventata sempre più comune a causa delle nuove tecnologie, come smartphone e social media, che permettono la facile diffusione di immagini e video.
L'articolo 612-ter del codice penale italiano disciplina la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Esso prevede due ipotesi, la prima punisce chiunque diffonda immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate. La pena prevista è la reclusione da uno a sei anni e una multa da €5.000 a €15.000. La seconda ipotesi prevede la stessa pena per chi riceve o acquisisce le immagini e i video della prima ipotesi e li diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare il loro nocumento.
La nuova fattispecie penale intende tutelare in primis la libertà di autodeterminazione della persona, ma è una fattispecie plurioffensiva che tutela anche l'onore, il decoro, la reputazione e la privacy.
Responsabilità medica si riferisce all'obbligo per i medici e il personale sanitario di rispondere delle conseguenze derivanti da una condotta medica illecita che ha causato danni alla salute psicofisica del paziente. La responsabilità medica non è solo relativa alle cure diagnostiche, preventive, ospedaliere, terapeutiche, chirurgiche, estetiche e assistenziali, ma si estende anche alla relazione tra il medico e il paziente. L'acquisizione del consenso informato del paziente e il diritto all'autodeterminazione delle scelte terapeutiche sono diventati elementi fondamentali della pratica medica e sono stati introdotti nelle recenti riforme legislative.
La colpa e il nesso causale tra l'azione del medico e il danno subito dal paziente sono gli elementi centrali della responsabilità medica. Tuttavia, non sempre è facile stabilire se la colpa del medico è derivata da una violazione di una norma o da un errore professionale. La responsabilità morale, professionale, penale e civile sono le possibili conseguenze di una pratica medica non corretta.